L' ESULE
L' ESULE
Così non guardarmi come un intruso.
Così non umiliarmi col tuo sguardo.
Che cosa dunque credi? Tu niente sai di me.
Nè da dove vengo...
nè perchè mi trovo nella tua patria.
La via che ho percorso
non l'ho percorsa certo per mia scelta.
Non pensare che, ospite indesiderato,
mi sia accostato alla tua mensa
per il profumo di un pezzo di pane.
In verità, io non provai attrazione per la tua terra;
neanche il diluvio avrebbe potuto sradicarmi dalla mia.
Prova allora ad immaginare che cosa sia successo,
perchè, contro la mia volontà,
io approdassi alla tua terra.
Suppongo che non mi conosca.
Ebbene, considerami un ospite di passaggio,
che neanche un attimo più del necessario
desidera trattenersi nella tua casa,
che in nulla, proprio in nulla,
vuole attentare al tuo privato.
A fronte di tutte le tue aspirazioni,
neanche una manciata di paglia
io pongo sul piatto della bilancia.
Come fai, dunque, a giudicarmi?
Anche per me esiste una patria
che ho amato più della mia vita.
Per anni ho sopportato croci lungo il cammino
nella speranza di migliorarla.
Solo le ondate dell'imprevisto e della sventura
mi hanno gettato sulla tua spiaggia.
Ma, ovunque mi trovo, nel mio petto non sussiste altro
che la nostalgia della mia patria.
Che cosa mai posso dirti perchè tu sappia chi sono?
Dei miei avi tutto ignori.
Quali canti immortali per lunghi secoli
essi hanno effuso sotto la cupola azzurra del cielo?
Quante immagini hanno impresso
nella memoria dell'Universo?
Ma tutto ciò ti interessa davvero?
Questa storia - mi fai capire -
non ha niente a vedere con la tua.
Quand'è così, allora, non chiedere più di me.
Lasciami nella mia solitudine
con la mia sofferenza.
Sappi solo che anche per me esiste una patria
e che conto i giorni nell'attesa che la via torni
a spianarsi verso di essa.
Ascolta ancora questo e nient'altro:
che al mio paese l'ospite è caro
quanto la propria anima.
Nemàt MIRZAZADEH
poeta esule iraniano