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Ambiente

Recensione: Storia dell'ambiente

STORIA DELL’AMBIENTE – UNA INTRODUZIONE

di M. Armiero e S. Barca, Carocci Editore, 2004, pp. 210, Euro 16,80


Questo volume ricostruisce le tappe storiche di una delle più profonde rivoluzioni culturali del nostro tempo, quella dell’ecologia, disciplina scientifica trasformatasi dagli anni ’70 dell’ultimo secolo in diffusa percezione sociale della realtà.

Il compito certamente non facile che i due autori si sono assunti è stato brillantemente svolto considerata la vastità del tema e il taglio tecnico di natura storica che forse rischiava di allontanare il vasto pubblico da una piena fruizione del testo, destinato per lo più alla didattica universitaria.

Nel volume aspetti storici si affiancano a chiarimenti lessicali sul concetto di “natura”, vengono evidenziati le relazioni tra storia ambientale ed aspetti economici, le grandi catastrofi ambientali e il nascere dei movimenti ambientalisti. Ne nasce una sorta di mappa per orientarsi in un mondo come quello odierno sempre più dinamico fino al limite del caos, un mondo convinto, illusoriamente, che sia possibile fare la storia senza la natura…

 

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Recensione: Filosofie dell'ambiente

FILOSOFIE DELL’AMBIENTE – Natura, etica, società

di S. Iovino, Carocci Editore, 2004, pp. 151, Euro 14,60


Di fronte alle istanze di un mondo che cambia spesso traumaticamente i propri “connotati” una risposta possibile è quella di rivedere le mappe dei nostri modelli culturali, di ampliare i nostri strumenti di informazione: è ciò che consigliamo di fare attraverso la lettura di questo interessante volume.

Preservare l’ambiente è una necessità che non riguarda soltanto le risorse materiali che da esso l’uomo può trarre: è possibile vedere nel mondo che ci circonda un luogo di crescita morale e culturale e insieme il luogo in cui si costruisce l’identità e la storia di individui e comunità.

Discipline come la sociologia, le scienze cognitive, la letteratura e la critica letteraria, l’estetica, la storia delle idee contribuiscono ad allargare il ruolo che l’ambiente ha nel nostro immaginario collettivo, analizzando al contempo in profondità le relazioni tra mondo umano e mondo naturale non-umano.

Tutto ciò ha aperto una profonda riflessione (quella che gli anglosassoni chiamano “environmental debate”) in diversi ambiti disciplinari mettendo in gioco altresì la necessità di nuove aperture interdisciplinari per affrontare un tema complesso e diversificato come quello del nostro rapporto con l’ambiente.

 

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Recensione: Quanto rischiamo?

QUANTO RISCHIAMO – La sicurezza ambientale tra percezione e approccio razionale

di C. R. Sunstein, Edizioni Ambiente, 2004, pp. 218 Euro 18,60


Scritto da uno dei massimi esperti americani di protezione ambientale e regolamentazione del rischio, questo volume evidenzia la necessità di un’analisi razionale del rischio ambientale e di una sua comunicazione corretta al pubblico.

Lo spaventoso maremoto del Sudest asiatico ha dimostrato quanto poco sia la cultura occidentale che quella orientale, per motivi diversi, siano in grado di percepire, valutare e comunicare le situazioni.

L’analisi dell’autore mette in risalto che troppe volte i timori più radicati nell’opinione pubblica derivano da atteggiamenti poco fondati, fantasiosi o addirittura basati sulla superstizione, trascurando le minacce reali alla sicurezza dell’ambiente e della salute della persona.

Ecco perché sarebbe indispensabile che le scelte individuali e, a maggior ragione, quelle politiche e normative si basino su elementi il più possibile scientificamente determinati e frutto di sintesi condivise.

 

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Recensione: Sincronia

SINCRONIA - I ritmi della natura, i nostri ritmi

di S. Strogatz, Rizzoli Editore, 2003, pp. 425, Euro 19,00


Dopo secoli in cui si è studiata la natura sezionandola in porzioni sempre più piccole, stiamo cominciando a domandarci come rimettere insieme i pezzi. Anche se questa affermazione è risuonata più volte negli ultimi trent’anni (riproposta, con sfumature diverse, dai sostenitori della cibernetica, della teoria delle catastrofi, di quella del caos e di quella della complessità) di fatto si è continuato a fare scienza in modo riduzionistico, analizzando “il particulare” dei tanti universi del sapere.

Oggi però, persino gli scienziati più cinici e tradizionalisti cominciano a riconoscere che tale metodologia non può spiegare i grandi misteri: l’origine della vita, i cicli biogeochimici, il funzionamento di una cellula, il cancro, la coscienza.

Ciò che rende tutti questi problemi irrisolti è il loro carattere dinamico: ecco perchè lo studio della sincronia e dei fenomeni ritmici ha potuto fornire intuizioni penetranti su moltissimi fenomeni (dalle aritmie cardiache alla superconduttività, dai cicli del sonno e della veglia alla stabilità delle reti di distribuzione elettrica).Eppure tutto è nato dalla poesia degli antichi resoconti dei viaggiatori che nel XVI secolo si recavano in Malesia e in Thailandia e che narravano dell’incredibile spettacolo offerto da chilometri di lucciole che lampeggiano all’unisono lungo le rive dei fiumi.

Per ragioni misteriose lo spettacolo della sincronia fa vibrare corde misteriose dentro di noi: forse, come sostiene l’autore, ci rendiamo conto istintivamente che se un giorno trovassimo la fonte dell’ordine spontaneo scopriremmo il segreto dell’universo...

 

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Recensione: Paesaggio a Nord-Ovest

PAESAGGIO A NORD-OVEST – Risanamento ambientale e realizzazione di un’area naturalistica a Casal del Marmo

di C. Succhiarelli, Comune di Roma – Dip.to alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio, 2002, pp. 144, Euro 20,00


Anche se a distanza di tempo dalla pubblicazione di questo studio geoambientale sui programmi di recupero urbano, intendiamo segnalarlo in quanto mai così attuale si evidenzia l’esigenza di indagini scientifiche a 360° nella programmazione e nella pianificazione del territorio.

Il volume rappresenta e inquadra analiticamente aspetti diversi dell’area di Casal del Marmo (sotto il profilo geologico, urbanistico, ambientale, storico) ma il pregio dell’Autore è di farceli vivere da un punto di vista sistemico, inserendo il territorio di grande valore naturalistico nella prospettiva di una sua valorizzazione all’interno del complesso sistema urbano di Roma, caratterizzato per lo più negli anni passati da una crescita disordinata e a macchie di leopardo.

Proprio l’integrazione del sistema urbano con quello ambientale ne suggerisce le possibilità di recupero e di fruizione da parte della popolazione e il volume si propone come un interessante case study utile anche a tutte le altre aree periferiche romane che si affacciano su aree libere o su parchi.

La gestione del territorio è infatti un “diritto – dovere” di ogni cittadino e questo studio contribuisce a fornire strumenti conoscitivi ed operativi per tutti coloro che (privati o enti pubblici) sentono la responsabilità civile, diretta o indiretta, di gestire, nell’interesse della qualità della vita di tutti, un bene comune.

 


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Recensione: State of the World 2005

STATE OF THE WORLD 2005

a cura del World Watch Institute, Edizioni Ambiente, 2005, pp. 304, Euro 20,00


La guerra globale al terrorismo sta distraendo l’attenzione del pubblico dalle vere cause dell’instabilità: questo è ciò il Worldwatch Institute segnala nel suo rapporto annuale State of the World 2005. Gli atti terroristici e le reazioni, altrettanto pericolose, che essi provocano sono solo i sintomi dei problemi che costituiscono la fonte dell’insicurezza globale e tra questi ci sono la rischiosa interazione tra povertà, malattie infettive e degrado ambientale, e la sempre più accesa competizione per il petrolio e le altre risorse.

Combinati alla diffusione degli armamenti, questi “problemi senza passaporto” creano le condizioni ideali per il proliferare di instabilità politica, conflittualità ed estremismo. Tra i diversi e destabilizzanti fattori di pressione, State of the World 2005 mette in evidenza, quali elementi cruciali per la possibilità di costruire un mondo di pace, il petrolio, l’acqua, il cibo, le malattie infettive, la disoccupazione giovanile.

Per affrontare queste sfide, conclude il rapporto, è necessaria una strategia che dia priorità ai programmi di prevenzione anziché all’intervento militare.

 

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