C'è chi, quando fa la spesa, non legge nemmeno un'etichetta, e mette nel carrello qualsiasi cosa perché ha fretta. E chi va a caccia di un'alimentazione sostenibile. Per sé, ma anche per l'intero pianeta. Mangiare "eco" vuol dire combattere la malnutrizione nel mondo e lo spreco, ridurre l'impatto dei processi produttivi e tutelare le biodiversità locali e stagionali. (...)
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Parlamento Europeo e Consiglio non riescono a trovare un accordo sulle modifiche alla legislazione sui nuovi alimenti (novel foods). I negoziati in corso non hanno ancora trovato un testo comune e, secondo le regole della procedura di conciliazione, la data ultima per arrivare ad un consenso è la fine del mese di marzo. E l'ultima riunione possibile è fissata, per ora, per il 28 marzo. (...)
L'INRAN ha condotto, nell'ambito del progetto europeo HELENA (VI programma quadro UE) ed in collaborazione con gli altri partner, una valutazione della carenza in ferro negli adolescenti europei. " Dai dati dallo studio HELENA - afferma Marika Ferrari, ricercatore INRAN che ha condotto lo studio - è emerso che il 18% degli adolescenti presenta una riduzione delle riserve di ferro, con una prevalenza significativamente più elevata tra le ragazze con il 21%, rispetto ai ragazzi con il 13%. Per quanto riguarda l'Italia, in particolare la città di Roma, bassi depositi di ferro sono stati osservati nel 21% delle ragazze e nel 17% dei ragazzi, mentre la carenza conclamata di ferro è risultata più elevata tra le ragazze con il 4% rispetto al 2% dei ragazzi e la comparsa di anemia conseguente alla carenza di ferro è risultata presente solo nel 2% delle ragazze e in nessun ragazzo." Lo studio, pubblicato su "European Journal of Clinical Nutrition", si basa su un campione di 940 ragazzi, 438 maschi e 502 femmine, tra 12 e 17 anni, provenienti da 10 città europee (tra cui Roma) ed evidenzia come la prevalenza di carenza di ferro tra gli adolescenti sia un fenomeno trasversale nei diversi paesi europei. (...)
Quali e quanti "caramelli" sono presenti nelle bibite in commercio? La domanda dell'Unione Nazionale Consumatori scaturisce da una recente decisione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha rivisto e ridotto il consumo giornaliero accettabile per uno dei coloranti caramello, l'E150c. Al riguardo, il segretario nazionale UNC Massimiliano Dona ha annunciato di aver chiesto formalmente alle aziende produttrici di bevande chiarimenti sui controlli effettuati per verificare che nelle bibite commercializzate sul mercato non vi sia più di un caramello. "Di recente - ricorda Dona- l'Efsa ha valutato la sicurezza dei quattro 'caramelli' utilizzati come coloranti nella produzione di bibite, definendo le dosi accettabili giornaliere di ognuno. Seppur la presenza contemporanea dei quattro 'caramelli' all'interno della stessa bevanda sembra essere probabile, nelle etichette dei vari prodotti commercializzati sul mercato si rinviene di norma la presenza di un solo caramello e talvolta non è neanche specificato di quale dei quattro 'caramelli' si tratti". (...)
(...) Il mio scritto non vuole essere né un documento sull’archeologia del cibo, né un diario geo-etnografico degli avvenimenti che si sono succeduti nel tragitto degli alimenti: dalla terra alla tavola, ma solo un tentativo di capire come l'uomo, abitante di "patrie" diverse, sia riuscito a sopravvivere procurandosi il cibo. (...)