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Diritti Umani

La “IV Cumbre dei popoli indigeni di Abya Yala”

La “IV Cumbre dei popoli indigeni di Abya Yala”


 

La “IV Cumbre dei popoli indigeni di Abya Yala”, che era stata preceduta dalla I Cumbre delle donne indigene e dalla seconda dei bambini e dei giovani indigeni, si è chiusa due ore fa (le 13 ora locale, le 20 in Italia) nel palazzetto della Universidad del Altiplano di Puno, di fronte al lago Titicaca, a 3950 mt di altezza, presenti 6.500 delegati e circa 500 osservatori.

Il discorso di chiusura, vibrante e a tratti per me anche emozionante, è stato pronunciato da Humberto Cholango, il giovane presidente della Ecuarunari, il coordinamento dei popoli andini ecuadoriani, uno dei leaders piu' stimati e preparati del vasto mondo dei popoli indigeni amerindi. Un discorso che ha condensato i punti forti emersi nei numerosi e partecipati tavoli di lavoro di questi 3 giorni e fortemente marcato da una cosmovisione assai distante da quella occidentale e ricca di valori morali riaffermati con forza di fronte al fallimento morale dell'occidente e dei suoi pretesi valori universali. L'essere umano, ha ricordato Humberto riprendendo un discorso emerso più volte in questi giorni, non ha alcun diritto sulla natura perché ne è parte integrante e non signore. Tutto ciò che esiste in natura ha valore sacro, spirituale, e quindi non può essere oggetto di mercimonio da parte di uno dei suoi esseri. Assoluta e senza compromessi perciò l'opposizione al capitalismo, sistema che vede nei beni comuni risorse da sfruttare per l'accumulazione e il mercato, sistema contro cui si deve lottare costruendo alleanze per una sua completa sconfitta.

Allo sviluppo capitalista il mondo amerindio oggi oppone il "buen vivir", obbiettivo perseguito non solo per la vita dei popoli indigeni ma dell'umanità tutta, in un momento storico che vede la natura sull'orlo del collasso. I popoli indigeni si ergono a sua difesa e convocano tutti i popoli del mondo a unirsi in una giornata mondiale di omaggio alla "pachamama", la madre terra, il 12 di ottobre prossimo.

Questa una prima sintesi di un discorso ampio e articolato dedicato alla vita e non alla morte delle guerre, delle distruzioni ambientali, della perdita dei valori etici. (...)

L'articolo:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26487

 

Il sito:

http://www3.minkandina.org/

 

Articoli correlati:

http://www.asud.net/index.php?option=com_content&view=article&id=604%3Acumbre-del-puno-5000-indigeni-inaugurano-lincontro-sulle-sponde-del-titicaca-&catid=7%3Amondo&Itemid=38〈=it


Video sul bilancio della manifestazione:

http://www.youtube.com/watch?v=RcKtLEz1x0g&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Easud%2Enet%2Findex%2Ephp%3Foption%3Dcom%5Fcontent%26view%3Darticle%26id%3D112%253Aqdopo%2Dla%2Dcumbre%2Dde%2Dlos%2Dpueblosq%2Dintervista%2Da%2Dmiguel%2Dpalac&feature=player_embedded

 

I conflitti ambientali in Perù:

http://www.cdca.it/spip.php?page=nazioni&id_rubrique=32

 

La repressione:

http://www3.minkandina.org/Noticias/Peru/114.html

http://www.asud.net/index.php?option=com_content&view=article&id=614%3Aviolenta-repressione-delle-forze-armate-nellamazzonia-peruviana&catid=7%3Amondo&Itemid=38〈=it

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26631

http://www.survival-international.org/news/4640

http://www.salvaleforeste.it/peru-amazonia.html

 

L'appello per fermare le violenze:

http://www.avaaz.org/it/peru_stop_violence/?cl=254633041&v=3495

 

 

 

 

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Obama in Medio Oriente: Il discorso all’Università del Cairo (5 maggio 2009)

Obama in Medio Oriente: Il discorso all’Università del Cairo (5 maggio 2009)



Sono qui per un nuovo inizio tra Stati Uniti e musulmani; un nuovo inizio fondato su rispetto e interesse reciproco; fondato sulla verità che America e Islam non hanno bisogno di essere in competizione, ma condividono invece principi di giustizia e progresso, tolleranza e dignità per tutti gli esseri umani”: nella sala conferenze dell’Università del Cairo, il presidente americano Barack Hussein Obama (come lui stesso ha sottolineato dando enfasi ai suoi due nomi comuni alla tradizione musulmana) si è rivolto così alla platea e al mondo arabo-musulmano in un discorso da tempo annunciato che segna una svolta rispetto ai suoi predecessori.(...)

L'articolo:

http://www.internationalia.net/2009/06/04/obama-in-medio-oriente-gettate-le-basi-di-un-%E2%80%9Cnuovo-inizio%E2%80%9D-sintesi-del-discorso/


Il discorso integrale in inglese:

http://www.internationalia.net/2009/06/04/obama-al-cairo-il-discorso-integrale-inglese/


Il video:

http://www.youtube.com/watch?v=6BlqLwCKkeY&eurl=http%3A%2F%2Fwww.huffingtonpost.com%2F2009%2F06%2F04%2Fobama-cairo-speech-video_n_211210.html&feature=player_embedded

 

 


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Educazione degli Adulti: La Carta d'Intenti del Festival dei Saperi di Firenze

Educazione degli Adulti: La Carta d'Intenti del Festival dei Saperi di Firenze


I temi fondamentali, emersi dalle relazioni e nei dibattiti del Festival dei Saperi (tenutosi a Firenze nei giorni 23 e 24 gennaio 2009) possono essere così riassunti:

1.       L’Educazione degli Adulti è lo strumento fondamentale dello sviluppo della persona finalizzato alla creazione di strumenti e metodi aggiornabili e trasferibili per leggere la realtà, partecipare attivamente all'organizzazione sociale ed interagire in modo positivo con il mondo che cambia.

2.       Nonostante che, a livello di enunciazioni di principio, molti siano concordi nel sottolineare l’importanza dell’apprendimento permanente e la valenza dell’Educazione degli Adulti, questa, nelle politiche effettive, non ha riconoscimento né in termini di visibilità, né di priorità di iniziative legislative, né di attribuzione di risorse. Il risultato di questo insieme di fattori è che la percentuale di popolazione attiva che partecipa alle attività di apprendimento è, in Italia, del 6,2% contro una media europea del 9,7% e lontanissima dall'obiettivo del 12,5% previsto dalla Commissione Europea per il 2010.

3.       Gran parte della popolazione italiana si trova in condizioni di analfabetismo (primario o di ritorno) e di illetteratismo. All’analfabetismo primario, va aggiunto il nuovo analfabetismo, cioè l’incapacità di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella vita quotidiana. Queste vere e proprie povertà “immateriali”, che si sommano ad una non equa distribuzione di ricchezze e di opportunità, hanno come conseguenza l’allargarsi sempre di più della forbice tra fasce di popolazione forti sul piano delle conoscenze e delle competenze e fasce la cui debolezza su questo piano le rende esposte a fenomeni di emarginazione sociale. Alla luce dell’ultimo rapporto della Commissione Europea sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona, l’Italia evidenzia difficoltà superiori alla media europea ed uno stato di notevole arretratezza rispetto ai paesi europei più progrediti, arretratezza ancor più preoccupante perché fondata su una base di partenza molto bassa dei livelli di istruzione della popolazione italiana.

4.       La popolazione europea sta sensibilmente invecchiando: nei prossimi 30 anni un europeo su tre avrà più di 60 anni ed uno su dieci ne avrà più di 80. In Italia le cifre sono ancora più rilevanti. Questo fenomeno richiede politiche specifiche, sia nei riguardi della popolazione anziana sia nei riguardi della popolazione giovanile, perché i giovani riescono con sempre più difficoltà ad accedere al mercato del lavoro ed a partecipare al ricambio generazionale nelle responsabilità di governo e di gestione di tutte le organizzazioni comunitarie.

5.       Nei prossimi decenni i paesi dell’Unione Europea saranno sempre più luoghi di destinazione per i migranti. Le proiezioni di Eurostat indicano che circa 40 milioni di persone si sposteranno verso l’Unione Europea entro il 2050. Questo processo richiama l'attenzione sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio riconosciuti dall'ONU, alla cui realizzazione devono concorrere tutti gli stati europei per assicurare nei paesi svantaggiati adeguate condizioni di vita materiale ed accesso ai beni immateriali.

Lo scenario delineato richiama una serie di obiettivi che possiamo così riassumere sul piano del “contenuti”:

1.     eliminare, o almeno ridurre in maniera significativa, le  varie forme di analfabetismo “di base”, “di ritorno” e di “illetteratismo” e intervenire sui fenomeni di dispersione scolastica;

2.     garantire l’acquisizione generalizzata e diffusa delle competenze per accedere alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

3.     promuovere la pubblicazione on line e la fruizione ad accesso aperto della ricerca e della didattica pubblicamente finanziate;

4.     qualificare questi apprendimenti finalizzandoli alla creazione di conoscenze e competenze di cittadinanza, di intercultura, di autonomia, di empowerment al fine di favorire la partecipazione attiva di tutti gli uomini e di tutte le donne alla costruzione, al funzionamento ed allo sviluppo di società democratiche, eque, coese e solidali;

5.     realizzare il consolidamento e lo sviluppo di saperi umanistici e matematico-scientifici, come parte integrante e qualificante in primo luogo dei percorsi di istruzione e di formazione professionale e comunque di qualsiasi attività umana;

6.     valorizzare le attività artistico-creative e diffondere i saperi a queste connessi sia in nome di uno sviluppo olistico della persona che come pre-requisito per la fruizione dei beni culturali e per la loro utilizzazione anche come risorsa di sviluppo economico;

7.     sviluppare le competenze strategiche dell’apprendere ad apprendere lungo tutta la vita e dell’imparare ad essere come leve fondamentali per la crescita intellettuale e morale della persona e per lo sviluppo dell’occupabilità.


I temi di contesto e di contenuto qui citati sono temi politici, rimandano cioè alla necessità di recuperare in pieno il senso politico dell’ Educazione degli Adulti, dove, in un quadro che abbia un’attenzione specifica alle fasce sociali più deboli, per politica intendiamo la capacità concreta di:

        governare fenomeni epocali come i mutamenti demografici, i movimenti migratori, i processi di integrazione ed inclusione sociale, facendo leva sulle più ampie sinergie istituzionali ai vari livelli di responsabilità e di decisione,
        creare un nuovo senso di cittadinanza e di responsabilità collettiva,
        costruire risposte alle esigenze di nuove e vecchie alfabetizzazioni,
        sviluppare nel territorio reti di e tra associazioni ed istituzioni culturali come musei, biblioteche, teatri al fine di renderle diffusamente fruibili,
        rompere il circuito perverso della sovrabbondanza di informazione che non crea conoscenza,
        facilitare l'assunzione di concrete responsabilità di guida della società civile e nelle istituzioni da parte dei giovani,
        legare l’idea di competitività e di sviluppo non alla quantità dei consumi ma alla qualità della vita, al benessere delle persone, al rispetto ed alla difesa dell'ambiente e ad un utilizzo responsabile ed equilibrato delle risorse del pianeta.


Insomma, è proprio sul terreno educativo che si possono giocare, anche ed in gran parte, le alternative tra diversi modi di produrre, di vivere, di consumare e, in una parola, tra diversi modi del vivere associato.
Una società che voglia definirsi e strutturarsi come società della conoscenza e dell’apprendimento deve essere in grado di garantire, attraverso la costruzione di dispositivi normativi che partano dal principio del diritto soggettivo all’educazione permanente e dalla previsione di risorse deputate, un sistema di lifelong e lifewide learning, che abbia come perno un’offerta formativa diffusa, che nasca dai bisogni individuali e territoriali, che integri l'intervento delle istituzioni pubbliche e quello dei soggetti del privato sociale, che presenti chiare e definite regole di governo fondate sul principio della prossimità ai cittadini singoli e associati, che sappia individuare gli strumenti per rispondere ad esigenze nuove, ma che sia anche e soprattutto fortemente orientata a dare ai cittadini, a tutti i cittadini del mondo globale, strumenti per rifondare il rapporto uomo/natura/cultura/scienza/tecnologia, che è il solo vero motore di sviluppo dell'umanità.

Il Convegno di Firenze:

http://www.edaforum.it/314-firenze-23-e-24-gennaio-2009.html


Tutti i video degli interventi:

http://www.youtube.com/view_play_list?p=D252B4664DBCE543

 

Una proposta di legge d'iniziativa popolare:

http://www.edaforum.it/324-proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare.html

 

 

 





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I «clandestini» del clima

I «clandestini» del clima


(…) Le Nazioni Unite e anche la Banca mondiale valutano che il numero dei rifugiati ambientali e climatici (fuggiti a causa di siccità o inondazioni, aumento del livello dei mari o ripetuti eventi meterologici estremi) potrebbe arrivare a 200 milioni nel 2050; ma già adesso sono circa 25 milioni. Proprio ieri l'istituto di ricerca presieduto dall'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha diffuso uno studio secondo cui il riscaldamento del clima uccide ogni anno travolge 300mila persone e ne travolge 300 milioni con alluvioni, siccità, eventi climatici estremi.
Quanto ai rifugiati ambientali, per ora si tratta per lo più di sfollati interni ai paesi. (...)

L'articolo:

http://www.ilmanifesto.it/archivi/terra-terra/nocache/1/pezzo/4a2168400979e/


Altre fonti:

http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_30/disastri_ambientali_sei_milioni_in_fuga_gabriella_jacomella_e608d4a0-4cdd-11de-82fb-00144f02aabc.shtml

http://www.festambientesud.it/index.php?ch=magazine&cat=2&pg=240&type=news

http://www.intoscana.it/intoscana/vivere_in_toscana.jsp?id_categoria=880&id=228285&id_sottocategoria=888&language=it

http://magazine.quotidianonet.ilsole24ore.com/ecquo/ecquo/2009/05/30/ogni-anno-6-milioni-di-eco-profughi/

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=355236&START=0&2col=

http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/ambiente/clima-rifugiati/clima-migrazioni/clima-migrazioni.html

http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/ambiente/clima-rifugiati/clima-rifugiati/clima-rifugiati.html?ref=search

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20001


Informazioni di base:

http://en.wikipedia.org/wiki/Environmental_refugees

http://fr.wikipedia.org/wiki/R%C3%A9fugi%C3%A9_%C3%A9cologique

 

Il documento in discussione al Working Group dell'UNFCCC di Bonn:

http://unfccc.int/resource/docs/2009/smsn/igo/049.pdf

 

Il video:

http://www.youtube.com/watch?v=1dxSTPTdASw

 

 



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Chevron fights massive lawsuit in Ecuador

Chevron fights massive lawsuit in Ecuador

(…) San Carlos sits in the middle of more than 100 wells drilled in the Sacha field by Texaco, which pumped oil as the sole operator of a consortium here from 1972 until 1990. At the time, it was one of the highest concentrations of wells in the Amazonian region, and today this remote town finds itself in the middle of what could be the largest damage claim against the oil industry in its history.

 

The landmark lawsuit, which began in 1993 in New York and is now in an Ecuadorean court in this jungle region, alleges that Texaco, which was acquired by Chevron in 2001, knowingly unleashed toxins across an estimated 1,700 square miles – roughly the size of Rhode Island.

This allegedly occurred in one of the most biodiverse forests on the planet. Plaintiffs’ lawyers say Texaco’s dumping represents 30 times more than the crude spilled in the 1989 Exxon Valdez disaster in Alaska. According to a report by a court-appointed expert, Chevron could face $27 billion in damages to soil, groundwater, and drinking water – and even for cancer-related deaths. The decision is expected any day.

Chevron says Texaco cleaned up its share of damage after leaving the country and that the state oil company, which took over its operations entirely in 1992, has not fulfilled its environmental obligations. If Chevron loses the case, it will affect more than its finances: It could reverberate throughout the industry at a time when companies big and small are searching for oil in ever more remote areas, including the Amazon basin.(...)

The article:

http://features.csmonitor.com/environment/2009/05/29/chevron-fights-massive-lawsuit-in-ecuador/

Chevron website:

http://www.chevron.com/

Basic information:

http://en.wikipedia.org/wiki/Chevron_Corporation

Texaco in Ecuador:

http://www.texaco.com/sitelets/ecuador/en/default.aspx

The petition:

http://www.avaaz.org/en/chevron_toxic_legacy/

ChevronToxico, le site internet lancé par Amazon Watch pour sa campagne Nettoyez l'Equateur, comprend une vidéo (en anglais) dans laquelle des Equatoriens touchés par la population appellent le PDG de Chevron à mettre fin à la pollution dans la région:
http://chevrontoxico.com/

Radio Canada, "La pétrolière Chevron face à la justice ",
http://www.radio-canada.ca/nouvelles/environnement/2009/05/27/001-chevron_exploitation_equateur.shtml

France 24, Reportage sur les manoeuvres judiciaires et le lobby de Chevron:
http://france24.demos.voxalead.labs.exalead.com/play.php?flv=France24_FR%2FWB_FR_UNE_SEMAINE_AUX_AMERIQUES_18H42M090909.mp4&q=chevron&language=all&time=151
Photos et témoignages:
http://observers.france24.com/fr/content/20090615-texaco-pollueur-indiens-amazonie-accusent-equarteur-chevron-petrole-environnement

Cyberpresse.ca, "Les actionnaires de Chevron veulent savoir ":
http://www.cyberpresse.ca/international/etats-unis/200905/25/01-859762-les-actionnaires-de-chevron-veulent-savoir.php

Site officiel du documentaire "CRUDE. The Real Price of Oil"", réalisé par Joe Berlinger et qui retrace la bataille historique menée contre le géant Chevron pour le mettre face à ses responsabilités en Equateur:
http://www.crudethemovie.com/

 

 

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Gli aiuti all’Africa non hanno funzionato

Gli aiuti all’Africa non hanno funzionato

 


Il club degli amici dell’Africa”, quello dove i politici occidentali s’intrattengono con le rock star della canzone sulle strategie di aiuti finanziari da applicare a questo continente, e’ in subbuglio. Una giovane donna africana, Dambisa Moyo, ha denunciato in un libro intitolato “Dead Aid” la politica degli aiuti all’Africa perche’ endemica alla corruzione e al mal governo. L’economista sostiene che 60 anni di finanziamenti per lo sviluppo sono stati un fiasco e che la crescita economica registratasi in alcune regioni africane e’ invece legata al commercio con l’Asia e in particolare a quello con la Cina. Secondo la Moyo i rapporti commerciali tra Cina e Africa sono positivi per entrambi. Da qualche anno l’Africa e’ in preda ad una vera e propria rivoluzione economica che offre una nuova mappa per lo sviluppo del continente. In questo continente troviamo un mix di micro finanze, nuove legislazioni sulla propieta’ privata, progetti di sfruttamento delle risorse e di creazione d’infrastrutture. Si tratta d’iniziative alternative al modello classico di sviluppo di stampo occidentale perche’ ispirate sia a quello economico cinese che a quello capitalista classico.
L’esperienza africana ci deve far riflettere sui pericoli delle teorie economiche e sui vantaggi di un approccio diverso, alternativo. Gli aiuti all’Africa non hanno funzionato, su questo tutti concordano. In Asia, invece, dove questi aiuti non sono mai arrivati in quantita’ analoghe abbiamo oggi un tenore di vita molto piu’ alto che 50 anni fa’. Prendiamo atto di questi fattori e facciamone tesoro. (...)

L'articolo:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26395


Il sito di Dambisa Moyo :

http://www.dambisamoyo.com/deadaid.html

 

 



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