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Diritti Umani

Giornata internazionale della Lingua Madre

Giornata internazionale della Lingua Madre


Il 21 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Lingua Madre, giunta ormai alla sua ottava edizione.

La lingua madre è l’unico mezzo capace di esprimere appieno ogni necessità di comunicazione: non è semplice veicolo di messaggi, ma è l’espressione di tutto un mondo di valori culturali e sociali, di tradizioni e di conoscenze. In questo senso, la lingua è espressione del patrimonio culturale immateriale, che va salvaguardato e trasmesso alle generazioni future.

Più del 50% delle circa 6.700 lingue parlate attualmente nel mondo è oggi a rischio di estinzione: ogni lingua che muore porta via con sé un’intera visione del mondo.
Il 96% delle lingue esistenti al mondo è parlato soltanto dal 4% della popolazione mondiale.
Meno di un quarto delle lingue esistenti al mondo sono utilizzate a scuola o su internet.

La tutela della diversità linguistica rientra dunque nella più ampia tutela della diversità culturale, la cui salvaguardia è difondamentale importanza in un mondo sempre più globalizzato.
Lo sviluppo del dialogo tra le culture, la promozione del pluringuismo, la tutela delle lingue minoritarie sono i terreni sui quali l’UNESCO ha sviluppato diversi programmi di intervento.

 

Il sito dell'UNESCO:

http://portal.unesco.org/education/en/ev.php-URL_ID=58644&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html

Lingue in pericolo:

http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00136

Il numero speciale del Corriere UNESCO:

http://unesdoc.unesco.org/images/0015/001583/158378E.pdf


* * * * *


Messaggio di M. Koichiro Matsuura,

Direttore Generale dell’UNESCO,

in occasione della Giornata internazionale

della lingua madre

 

21 febbraio 2009

 

(traduzione non ufficiale)



A conclusione dei dodici mesi dedicati all’Anno internazionale delle lingue, questa nuova edizione della Giornata internazionale della lingua madre del 21 febbraio 2009 permette di iniziare una nuova fase di riflessione e di bilancio.

Dieci anni dopo la proclamazione della Giornata da parte della Conferenza generale dell’UNESCO su proposta del Bangladesh, quale bilancio trarre?

Una constatazione s’impone. Dopo aver messo l’accento sul riconoscimento da parte di ogni comunità dell’importanza della propria lingua madre, la Giornata ha progressivamente suscitato l’attenzione della comunità internazionale verso i fondamenti della diversità linguistica e del multilinguismo. Inoltre è divenuto evidente che le lingue, costitutive dell’identità degli individui e dei popoli, sono un elemento centrale per raggiungere gli obiettivi dell’Educazione per tutti e quelli del Millennio per lo sviluppo.

Un numero crescente e sempre più diversificato di soggetti, espressione di organizzazioni governative e della società civile, riconoscono che le lingue si situano alla base di tutte le manifestazioni della nostra vita sociale, economica e culturale.

I legami tra l’educazione multilingue (che unisce lingua madre, lingua nazionale e lingua internazionale), l’Educazione per tutti e gli obiettivi del Millennio per lo sviluppo, costituiscono ormai dei pilastri per ogni strategia al servizio dello sviluppo sostenibile.

Speriamo vivamente che sotto l’impulso della campagna di comunicazione condotta dall’UNESCO in occasione dell’Anno internazionale delle lingue 2008, emergano dei risultati concreti in favore dell’uso delle lingue madri e del multilinguismo e che questa sfida sia alla base dell’azione dei governi e delle agenzie di cooperazione.

Al di là dell’interesse suscitato dall’Anno e delle centinaia di progetti di promozione delle lingue lanciati nel 2008, una valutazione dell’impatto dell’Anno internazionale delle lingue sarà condotta nei prossimi mesi per misurare l’importanza delle lingue per lo sviluppo, la pace e la coesione sociale.

In questo contesto, in occasione della decima edizione della Giornata internazionale della lingua madre, lancio un appello affinché le numerose dichiarazioni e iniziative annunciate nel corso del 2008 siano seguite da misure concrete e sostenibili.

Mi auguro, in particolare, che i governi stabiliscano, nel quadro dei loro sistemi educativi formali e informali, e in seno alle amministrazioni, misure volte ad assicurare la coesistenza armoniosa e fruttuosa delle lingue di ciascun paese. In questo modo sapremo preservare e promuovere ambienti multilingui attenti al rispetto di tutte le espressioni della diversità culturale.”

 

 

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UNESCO: Sul web l'Atlante delle lingue a rischio di estinzione

UNESCO: Sul web l'Atlante delle lingue a rischio di estinzione


L´Unesco ha lanciato a Parigi la versione internet del suo nuovo Atlante delle lingue in pericolo nel mondo. Questo strumento interattivo propone dati aggiornati su circa 2.500 lingue in pericolo nel nostro mondo globalizzato e può essere completato, corretto, attualizzato in diretta grazie al contributo dei suoi utilizzatori.

L´Atlante è stato presentato alla vigilia del 21 febbraio, giornata internazionale delle lingua materna e permette di ricercare, secondo diversi criteri e classificazioni, le 2.500 lingue in pericolo di estinzione divise in: vulnerabile, in pericolo, sériamente in pericolo, in situazione critica ed estinta dopo il 1950.


La notizia: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=18127

Il sito web: http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00139

Altre risorse online: http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00143


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Salvate Carta 08

Salvate Carta 08

di Federico Rampini

(da “D web – La Repubblica delle Donne” del 7 febbraio 2009)


All'estero i dissidenti cinesi appaiono spesso come dei testimoni eroici ma isolati, incapaci di trovare un aggancio con la massa della popolazione. Qualcosa forse sta cambiando a Pechino dal 10 dicembre scorso. Più di trecento intellettuali cinesi hanno scelto quel giorno - il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite - per firmare e divulgare su Internet un appello che chiede riforme politiche, una democrazia pluralista e uno Stato di diritto. Sotto la sigla "Difensori cinesi dei diritti umani", i primi firmatari hanno battezzato il loro manifesto Carta 08 in riferimento alla celebre Carta 77 lanciata dai dissidenti cecoslovacchi 31 anni prima, in piena Guerra fredda.

L'articolo: http://dweb.repubblica.it/dweb/2009/02/07/idee/idee/032ind63232.html

 

 

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Diritti umani... in banca

Diritti umani... in banca

(dalla rubrica “Lettere, Commenti&Idee” - La Repubblica, 3 febbraio 2009)


Quando il cliente chiede garanzie alla banca

Essendomi ritrovato per le mani un'eccedenza di liquidità per aver venduto un immobile, mi apprestavo a versare i miei 250mila euro scarsi sul conto corrente. Immediatamente mi chiama il direttore della mia banca suggerendomi varie destinazioni possibili per quei fondi, proponendomi il solito ciarpame di fondi della banca stessa. Era lo stesso direttore che anni prima mi aveva chiesto garanzie per l'erogazione di un prestito.

Questa volta avevo io il coltello dalla parte del manico e mi sono reso conto che a questo punto ero nelle condizioni di chiedere garanzie reali alla banca e garanzia di tutto quel denaro che veniva loro affidato.

Ho provato a chiedere le stesse cose che solitamente chiedono loro: una ipoteca a mio favore sui locali di quella filiale, titoli di Stato a pegno con un controvalore eccedente di almeno il 10% rispetto alla cifra depositata oppure altre garanzie reali come oro o materie prime.

A rigor di logica ne avrei avuto pienamente diritto: la banca non si fida di noi e non vedo perchè io dovrei fidarmi di un istituto che in un anno ha perso i 4/5 del proprio valore in borsa, ma il direttore mi ha riso in faccia.

A questo punto, chiunque contrattando un prestito o un finanziamento con una qualsiasi banca è autorizzato a fare altrettanto quando colui che sta dall'altra parte chiede qualche garanzia.

 

 

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L' ESULE

L' ESULE

 



 

Così non guardarmi come un intruso.

Così non umiliarmi col tuo sguardo.

Che cosa dunque credi? Tu niente sai di me.

Nè da dove vengo...

nè perchè mi trovo nella tua patria.

La via che ho percorso

non l'ho percorsa certo per mia scelta.


Non pensare che, ospite indesiderato,

mi sia accostato alla tua mensa

per il profumo di un pezzo di pane.

In verità, io non provai attrazione per la tua terra;

neanche il diluvio avrebbe potuto sradicarmi dalla mia.

Prova allora ad immaginare che cosa sia successo,

perchè, contro la mia volontà,

io approdassi alla tua terra.


Suppongo che non mi conosca.

Ebbene, considerami un ospite di passaggio,

che neanche un attimo più del necessario

desidera trattenersi nella tua casa,

che in nulla, proprio in nulla,

vuole attentare al tuo privato.

A fronte di tutte le tue aspirazioni,

neanche una manciata di paglia

io pongo sul piatto della bilancia.


Come fai, dunque, a giudicarmi?

Anche per me esiste una patria

che ho amato più della mia vita.

Per anni ho sopportato croci lungo il cammino

nella speranza di migliorarla.

Solo le ondate dell'imprevisto e della sventura

mi hanno gettato sulla tua spiaggia.

Ma, ovunque mi trovo, nel mio petto non sussiste altro

che la nostalgia della mia patria.


Che cosa mai posso dirti perchè tu sappia chi sono?

Dei miei avi tutto ignori.

Quali canti immortali per lunghi secoli

essi hanno effuso sotto la cupola azzurra del cielo?

Quante immagini hanno impresso

nella memoria dell'Universo?


Ma tutto ciò ti interessa davvero?

Questa storia - mi fai capire -

non ha niente a vedere con la tua.

Quand'è così, allora, non chiedere più di me.

Lasciami nella mia solitudine

con la mia sofferenza.

Sappi solo che anche per me esiste una patria

e che conto i giorni nell'attesa che la via torni

a spianarsi verso di essa.

Ascolta ancora questo e nient'altro:

che al mio paese l'ospite è caro

quanto la propria anima.

 

Nemàt MIRZAZADEH

poeta esule iraniano

 

 

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CANTO DI PROTESTA

CANTO DI PROTESTA


Andai ad Atlanta

Mai stato prima

I bianchi mangiano la mela

Il negro aspetta il torsolo.


Andai a Charleston

Mai stato prima

I bianchi dormono sulle piume

I negri sul pavimento.

 

 

Andai a Raleigh

Mai stato prima

I bianchi portano il vestito bello

I negri il camiciotto.


Andai in cielo

Mai stato prima

I bianchi siedono al posto del Signore

Cacciano i negri giù in basso.

 

Anonimo

 

Tratto dalla rivista statunitense "Nuove Masse" (1931)

 

 

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