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Diritti Umani

Recensione: L'acqua - Scenari per una crisi

L’ACQUA – Scenari per una crisi

di G. Romeo, Rubbettino Editore, 2005, pp. 102, Euro 10,00


La sacralità dell’acqua appartiene alla cultura dei popoli da sempre: tutte le civiltà hanno attribuito all’acqua una dimensione politica e religiosa prima ancora che economica, rappresentando quest’ultima, di fatto, una sintesi fra l’uso alimentare della stessa e l’impiego produttivo.

Eppure, dopo l’oro, il petrolio, il gas, l’uranio la prossima fonte energetica strategica sulla quale si dilanierà l’umanità sarà proprio l’oro blu: l’accesso alle fonti potabili è già oggi un elemento sufficientemente critico per molti Paesi dovuto a distribuzione ineguale, costo dell’accesso, inquinamento e difficoltà di potabilizzazione, sfruttamento di posizioni geografiche dominanti, regole non aderenti alle realtà sociali, specie in molti Paesi in via di sviluppo.

L’autore, esperto di relazioni internazionali, traccia una analisi sintetica ma avvincente di alcuni dei più significativi bacini idrici in cui più si manifestano segnali di crisi: dal Gange al Mekong, dal Nilo ai fiumi della Mesopotamia e del Medio Oriente.

 

 

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Recensione: Mercenario dello sviluppo

MERCENARIO DELLO SVILUPPO

Di D. De Sillo, Memori Edizioni, 2006, pp. 203, Euro 16,00


Fin dalle elementari l’autore voleva fare il contadino: poi, crescendo, frequenta l’istituto tecnico agrario e, non soddisfatto, si iscrive alla Facoltà di Agraria della Tuscia di Viterbo. Nel frattempo colleziona insetti e va un’estate in Tanzania a trovare un amico missionario. Appena laureato, nel 2002 viene in contatto con la cooperazione e parte per il Malawi, dove rimane due anni come agronomo in un progetto di sviluppo agricolo.

Partito per aiutare persone sconosciute, in paesi lontani, De Sillo in questo diario appassionato ma al tempo stesso lucido e graffiante racconta l’esperienza che gli ha cambiato la vita: la cooperazione, un mondo variegato e contraddittorio, entusiasta e utopico, dove si incrociano sogni, entusiasmi, competetenze, e affari.

Si parte per aiutare, per capire ma anche per dimenticare. Una legione straniera della solidarietà che si confronta e scontra con inefficienza, burocrazia e interessi. Un confronto da cui spesso si esce con le ossa rotte e disillusi. Ma qualcosa rimane: pozzi, scuole, ospedali, strade.

 

 

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Recensione: Cinque chiavi per il futuro


CINQUE CHIAVI PER IL FUTURO

di Howard Gardner, Feltrinelli, pp. 200, Euro 19,00


Stiamo vivendo anni di grandi cambiamenti: l’accelerazione della globalizzazione, la crescente mole di informazioni, la sbalorditiva esplosione delle potenzialità della scienza e della tecnica, lo scontro delle civiltà. Questi cambiamenti richiedono nuove forme di apprendimento e nuovi modi di pensare: nella scuola, nel lavoro e nella vita pubblica.

Nel mondo interconnesso in cui vive oggigiorno la grande maggioranza degli esseri umani, non basta dire che cosa occorre a ciascun individuo o a ciascun gruppo per sopravvivere nel suo orticello: per presentarci all’appuntamento col futuro nelle condizioni che esso richiede, dovremmo cominciare fin da ora a coltivare nuovi talenti.

Howard Gardner, psicologo americano di fama mondiale, docente di Scienze cognitive e dell’educazione ad Harvard, principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple, spiega in questo volume quali abilità cognitive dovremmo sviluppare negli anni a venire. Chi avrà scommesso su queste abilità, potrà affrontare il futuro, qualunque esso sia. Quanti ne saranno privi, si troveranno in balia di forze che non saranno in grado di comprendere – sommersi dall’informazione, incapaci di fare fronte ai compiti loro richiesti, e impotenti a fare le giuste scelte nella vita pubblica e privata.

Per "sopravvivere" - secondo la teoria di Gardner che concepisce la mente come un insieme di capacità cognitive - occorre essere rigorosi e creativi allo stesso tempo: il primo dei cinque approcci mentali presi in esame dal professore americano è quello della mente disciplinata, la più classica se vogliamo, quella che accoglie i vari input che riceve nel tempo e poi li indirizza, concentrandosi in un campo particolare, che sarà quello dove eccelle. Segue la mente sintetica, essenziale nell`epoca di Internet e dei canali interattivi: chi ha questo tipo di impostazione raccoglie le informazioni, le seleziona e le sintetizza in maniera originale. La mente creativa è invece quella che coltiva nuove idee e si pone domande insolite, arrivando a risposte inattese.
Seguono poi due approcci che Gardner definisce "non opzioni ma necessità" oggi: la mente rispettosa - il modo di pensare di chi accetta le differenze, si sforza di capire gli altri e di collaborare - e quella etica, quella che valuta i bisogni e i desideri della società globale, cercando di spingersi oltre gli interessi personali. "Sono certo che ci sono altri approcci che è interessante studiare - spiega lo studioso - ma questi sono quelli su cui mi pare occorra mettere più enfasi oggi".
Il motivo, Gardner lo scrive nelle pagine del suo libro: "Il mondo del futuro - con i suoi motori di ricerca, robot e altre potenzialità informatiche - ci chiederà di avere capacità che finora sono state solo opzionali: per rispondere a queste richieste occorre che cominciamo a coltivare sin da ora queste capacità". Messaggio rivolto in particolare a insegnanti e genitori.

Ma il compito di coltivare le intelligenze non spetta soltanto ai maestri e ai professori: è una sfida che riguarda tutti coloro che lavorano con altre persone. Riprendendo le parole di Benjamin Franklin: “Noi dobbiamo realmente stare tutti uniti, altrimenti è certo che saremo divisi”.



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Flower Power

contestazione guerra vietnam

 Flower Power

Un anno fa moriva per una rara malattia del sangue il fotografo Bernie Boston, conosciuto in particolare per la foto «Flower Power» (scattata nell'ottobre del 1967, in piena guerra del Vietnam, durante una manifestazione pacifista a Washington) che simbolizzava l’opposizione alla guerra del Vietnam. Boston si era ritirato in Virginia nel 1994, dopo aver lavorato per il Los Angeles Times, The Washington Star e il Dayton Daily News. Boston aveva a lungo presieduto l’Associazione dei fotoreporter della Casa Bianca.

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Armi da fuoco

Delle sue armi ha fatto i suoi dei.

Quando vincono le sue armi, é lui a essere sconfitto.

 
RABINDRANATH TAGORE

E' spaventoso che centinaia di milioni di armi da fuoco possano essere acquistate in tutto il mondo per una modesta somma di denaro. Le Nazioni Unite cercano un modo per contenere il commercio internazionale di armi, ma i loro sforzi sono contrastati, in modo aperto osotterraneo, dai paesi che le fabbricano e le esportano. Vale la pena di ricordare alcuni semplici dati. Un'arma da fuoco è un dispositivo espressamente progettato per uccidere.

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Premi Nobel per la Pace


Dal testamento di Alfred Nobel:

"Ogni mia proprietà sarà devoluta nel seguente modo: il capitale, investito in solidi titoli azionari dai miei esecutori testamentari, andrà a formare un fondo i cui interessi saranno distribuiti ogni anno sotto forma di premi a coloro che nell’anno precedente avranno dato il maggior contributo all’umanità. L’ammontare degli interessi sarà diviso in cinque parti uguali che saranno attribuite come segue: una parte alla persona che avrà fatto la scoperta o l’invenzione più importante nel settore della fisica; una parte alla persona che avrà fatto la scoperta o il progresso più importante nel campo della chimica; una parte alla persona che avrà fatto la scoperta più importante nell’ambito della medicina; una parte alla persona che avrà prodotto in campo letterario l’opera più importante di tendenza idealista; e una parte alla persona che avrà compiuto il lavoro migliore o più importante per la fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione degli armamenti e per il mantenimento della pace o per l’organizzazione di convegni sull’argomento. I premi per la fisica e la chimica saranno assegnati dall’Accademia Reale Svedese delle Scienze; quello per la medicina dal Karolinska Institutet di Stoccolma; quello per la letteratura dall’Accademia di Stoccolma e quello per la pace da un comitato di cinque persone scelte dallo Storting, il Parlamento norvegese. È mio esplicito desiderio che nell’assegnazione dei premi non si tenga in considerazione la nazionalità del candidato, ma che ricevano il riconoscimento i più degni, che siano scandinavi o meno".

Pur con qualche distinguo (dettato dal "tribunale a posteriori" della Storia) queste grandi personalità, uomini e donne, che si sono prodigate, con grande fatica e sacrifici personali, per la pace nel mondo meritano di essere meglio conosciute e apprezzate. Il loro messaggio e l'esempio della loro vita e delle loro fatiche, possono essere di insegnamento all'umanità intera, soprattutto alle nuove generazioni.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Nobel_per_la_Pace

http://nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/


 

L'appello sottoscritto da 110 premi Nobel

 

"I PROSSIMI CENTO ANNI"

 

La minaccia maggiore per la pace mondiale verrà negli anni a venire non dai comportamenti irrazionali di stati o individui, ma dalle legittime richieste dei diseredati del mondo. La maggioranza di queste persone povere e senza diritti vive un'esistenza marginale nei climi equatoriali. Il surriscaldamento del pianeta - originato non da loro, bensì da pochi ricchi - colpirà soprattutto le loro fragili ecologie. La loro situazione sarà disperata e manifestamente ingiusta. Perciò non ci si può attendere che essi si accontentino sempre e comunque di aspettare la beneficenza dei ricchi. Se permetteremo dunque alla potenza devastante delle armi moderne di diffondersi in questo esplosivo paesaggio umano, innescheremo una conflagrazione in grado di travolgere tanto i ricchi quanto i poveri. La sola speranza per il futuro riposa nella collaborazione internazionale, legittimata dalla democrazia.

È tempo di voltare le spalle alla ricerca unilaterale di sicurezza, in cui noi cerchiamo di rifugiarci dietro ai muri. Dobbiamo invece insistere nella ricerca dell'unità d'azione per contrastare sia il surriscaldamento del pianeta che un mondo armato.

Questi obiettivi gemelli costituiranno due condizioni fondamentali per la stabilità, mentre ci muoveremo verso il più ampio grado di giustizia sociale che, esso solo, può dare una speranza di pace. Alcuni degli strumenti legali necessari sono già a portata di mano, come il trattato sui missili anti-balistici (Anti-Ballistic Missile Treaty), la convenzione sui cambiamenti climatici (Convention on Climate Change), i trattatti strategici sulla riduzione di armi (Strategic Arms Reduction Treaties) e il Trattato sul bando dei test nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty). In quanto cittadini preoccupati, chiediamo a tutti i governi di impegnarsi per questi obiettivi, che costituiscono dei passi in avanti affinché il diritto prenda il posto della guerra.

Per sopravvivere nel mondo che abbiamo trasformato dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo. Mai come oggi, il futuro di ciascuno dipende dal contributo di tutti.

11 dicembre 2001

http://www.nobelforpeace-summit.org/index.asp

http://www.nobelforpeace-summits.org/

Il Nobel Peace Center di Oslo (Norvegia)

http://www.nobelpeacecenter.no/?1=1


I Nobel per la Pace: una mostra per celebrarli94 ritratti a china e carboncino realizzati dall’artista ungherese Monika Hafner che, dal 2003, si dedica a questo progetto aggiornandolo di anno in anno per una mostra che continui a vivere e a trasmettere speranza.

http://www.kataweb.it/multimedia/media/2325776


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