«La prima reazione è stata quella di cercare di tenere nascosto il contagio. Nessuno voleva ammettere di esserne vittima. Ma ormai non più: è tutto alla luce del sole». Le parole di Robert Borsato, coltivatore di banane australiano, danno l'impressione che la pestilenza virulenta e letale a cui fa riferimento sia l'Aids. O qualcosa di simile. In realtà è molto peggiore. Per le banane. Perchè non c'è cura, né è stato ancora trovato il modo di contenere l'epidemia. Se contagia, la pestilenza uccide la pianta facendone marcire i frutti. Fino a produrre un odore fetido quasi come quello di un cadavere. Il fungo - nome scientifico Razza tropicale 4 - è emerso alla fine degli anni 80 a Taiwan, dove ha distrutto il 70% delle coltivazioni di Cavendish, la varietà di banana che rappresenta oltre il 90% delle esportazioni. Poi si è diffusa in Indonesia, dove sono stati devastati 5mila ettari di coltivazioni. Con la stessa aggressività si è successivamente abbattuto su Malaysia, Cina, Filippine. E, più recentemente sull'Australia. (...)
In un mercato che spesso non ci permette di sapere cosa mangiamo, fa piacere scoprire che qualcuno si preoccupi della buona alimentazione degli animali da latte. Il progetto Permed del Cnr, che ha recentemente avuto una delle sue tappe in quel di Osilo, in provincia di Sassari, vede impegnati sette Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo (Algeria, Francia, Italia, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia), per studiare l’ottimizzazione delle specie foraggiere native perenni, al fine di garantire ai sistemi agrari dell’area la piena sostenibilità economica, sociale e ambientale dei sistemi agro-pastorali. (...)
(...) Il volume descrive le caratteristiche del settore biologico del Mediterraneo, con la varietà di produzioni e di imprese che lo contraddistinguono e nello stesso tempo mette in luce un quadro di regole e sistemi complessi che devono ancora integrarsi perfettamente tra loro.
(...) In un quadro caratterizzato da profonde incertezze e scarsità di informazioni, nella primavera del 2009 il Gruppo 2013 ha promosso una ricerca basata su un’indagine campionaria e realizzata in collaborazione con l’Area economica di Coldiretti, con l’obiettivo di verificare le diverse modalità con cui le imprese agricole italiane hanno percepito la crisi economica e le strategie di risposta che hanno adottato, evidentemente differenziate nelle varie realtà imprenditoriali. I risultati di questa ricerca sono stati presentati e discussi nel workshop “Crisi economica e agricoltura” organizzato a Roma il 21 gennaio 2010, al quale hanno contribuito numerosi economisti riconducibili ad un ampio ventaglio di competenze: da quelle più strettamente economico-agrarie a quelle più generali, di natura macroeconomica o di respiro internazionale. Dalla buona riuscita dell’iniziativa nasce questo Quaderno, che inizialmente era stato pensato come la raccolta degli interventi al workshop e poi, strada facendo – grazie al livello di approfondimento ed alla qualità dei contributi prodotti – è diventato qualcosa di più della semplice pubblicazione degli atti di un convegno. A noi sembra, infatti, che il volume offra un contributo analitico utile non solo per la sua tempestività, ma anche per il suo livello di approfondimento e la coerenza del suo impianto; in questo senso, esso può rappresentare un buon punto di partenza per quanti siano interessati a comprendere gli impatti della crisi economica sul settore agricolo, i meccanismi di trasmissione dal livello macro a quello settoriale e lungo le diverse filiere agro-alimentari, le possibili risposte da parte del decisore pubblico e degli agenti privati. (...)
Il convegno - promosso dalla Regione Piemonte e dall'Asssessorato alla Università e Ricerca della Regione Piemonte, in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino, l'Università degli Studi del Piemonte Orientale e l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, con il sostegno della Compagnia di San Paolo ed il supporto tecnico di Riserva Bionaturale di Fontanafredda - ha rappresentato un momento di formazione unico per approfondire i temi dell’agroalimentare, della sostenibilità e dell’ecologia. Articolato in 8 aree disciplinari - economia, diritto, ambiente, sistemi sociali, sistemi di produzione, conoscenze tradizionali, evoluzione e coevoluzione, pratiche politiche – si è sviluppato in 2 sessioni plenarie e una giornata di workshop attorno alle 8 domande chiave attinenti alle relative aree, per sfociare in una tavola rotonda conclusiva.
Questi alcuni dei risultati emersi dall'analisi condotta a partire da una rielaborazione per età dei dati rilevati nel 2009 nell'ambito dell'indagine "Il Welfare nelle aree rurali: il contributo dell'agricoltura - III annualità - Survey: Innovazione in agricoltura", svolta dall'Università di Perugia e finanziata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (DM S/2115 del 31/12/2003). Il quadro finale sul tema giovani e multifunzionalità indica anche una maggiore propensione degli under 40 già impegnati nella multifunzionalità alla valorizzazione in futuro delle attività connesse, associate a quelle classiche, ed una attenzione maggiore dei giovani verso l'ambiente in cui crescono i bambini, e servizi quali le scuole e le telecomunicazioni. Sono tutti d'accordo infine (under e over 40), sul fatto che il tipo di azienda che meglio si presta alla multifunzionalità è quella familiare. (...)