In India si usa dire che non sarai mai davvero povero finché potrai permetterti un tozzo di pane e una cipolla. Per molti l'acquisto di questo umile bulbo – che tra l'altro costituisce la base di innumerevoli ricette indiane – è improvvisamente diventato un lusso: nel giro di una settimana, a causa del maltempo che ha rovinato i raccolti, il prezzo di un chilo di cipolle è raddoppiato, arrivando fino a 70 rupie, circa 1,20 euro. Una cifra che può essere insostenibile in un paese in cui 420 milioni di persone – un quarto della popolazione – vivono sotto la soglia di povertà. Per il caro-cipolla si può morire di fame. La gente lo sa. E lo sa anche il governo, che trema di fronte alla prospettiva che anche stavolta possano verificarsi violente proteste – come già avvenuto nel 2007 – e magari "vendette elettorali": la sconfitta del Bharatiya Janata Party alle amministrative di Delhi del 1998, ad esempio, viene attribuita dalla maggior parte degli osservatori ad un rialzo del 600% del prezzo delle cipolle.(...)
Si è riunito per la prima volta a Bruxelles il forum ad alto livello destinato a far funzionare meglio la catena dell’approvvigionamento alimentare. Estendendo il campo d’attività del precedente Gruppo ad alto livello sulla competitività del settore agroalimentare all’intera catena dell’approvvigionamento, esso varerà un programma di lavoro per aumentare la competitività e promuovere pratiche contrattuali migliori nel settore alimentare a livello europeo. (...) Il Forum si compone di 45 membri che rappresentano alcuni Stati membri, aziende europee che operano nel campo della produzione, lavorazione o distribuzione di prodotti alimentari nonché associazioni professionali e organizzazioni non governative in rappresentanza degli interessi dei cittadini.(...)
È “sotto attacco” il diritto alla terra di 500 milioni di piccoli agricoltori nel mondo, per la scomparsa, ogni anno, di 30 milioni di terre arabili a causa di fattori industriali, speculativi e ambientali. Lo afferma Olivier de Schutter, relatore speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazione, in un rapporto presentato alle Nazioni Unite. “Accesso alla terra e diritto all’alimentazione” – così s’intitola il rapporto – sostiene che la combinazione di più elementi, tra cui l’accaparramento delle terre su ampia scala (il cosiddetto ‘landgrabbing’) da parte di investitori stranieri, l’urbanizzazione e i cambiamenti climatici formano un 'cocktail esplosivo' e che la pressione sulle terre agricole “sta salendo a un livello mai visto prima”. (...)
Si è celebrata in tutto il mondo il 3 dicembre la Giornata internazionale contro l’utilizzo di agrotossici. La data è stata scelta per ricordare la tragedia avvenuta a Bhopal nel 1984, quando 30.000 circa persero la vita e altre 500.000 rimasero intossicate a causa di una fuga di 40 tonnellate di gas tossico fuoriuscite dallo stabilimento della multinazionale statunitense Union Carbide.(...) Nonostante l’entità del disastro generatosi in India nel 1984 e la funzione deterrente che quell’episodio avrebbe potuto avere nel mettere in guardia dai rischi dell’utilizzo massiccio di tali sostanze, gli agrotossici sono sempre più diffusamente utilizzati in particolare per l’agricoltura e come pesticidi. Secondo i dati forniti dall’organizzazione Grupo de Reflexion Rural sarebbero circa 800 attualmente gli elementi chimici tossici utilizzati per la produzione di centinaia di migliaia di preparati industriali poi smerciati senza particolari cautele in tutto il mondo. (...)
Il documento, che esprime la posizione della Società Italiana di Agronomia (S.I.A.) sul tema delle piante geneticamente modificate, è frutto del lavoro congiunto dei Soci SIA; in particolare, Marcello Guiducci, Marco Mazzoncini e Amedeo Reyneri, su incarico del Consiglio Direttivo (CD) della S.I.A., hanno curato l'estensione di una prima bozza, successivamente rivista dal CD. La versione finale del documento (pubblicata sul sito della S.I.A. nel febbraio 2009) tiene conto di tutte le osservazioni di quei Soci che, dopo aver preso visione della bozza approvata dal CD, hanno voluto indicare le proprie correzioni ed integrazioni agli estensori del documento.
Il IV Convegno della Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie (AISSA) - organizzato dall’AISSA e dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo con la collaborazione dell’Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo (ARSSA) della Regione Abruzzo - aveva per titolo: “Qualità e sostenibilità delle produzioni agrarie, alimentari e forestali”. Tema di grande interesse che investe ormai direttamente tutta la società civile perché riguarda i nuovi percorsi produttivi in condizioni di agricoltura sostenibile della materia base degli alimenti, la definizione scientifica della loro qualità, i moderni sistemi di trasformazione ed infine il controllo della tracciabilità durante tutto il processo di filiera.