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Agricoltura

FAO: Hambre en el mundo a nivel record

FAO: Hambre en el mundo a nivel record

 



El hambre en el mundo alcanzará un récord histórico este año. 1.020 millones de personas pasan ya hambre a diario, según los últimos datos publicados por la Organización de Naciones Unidas para la Agricultura y la Alimentación (FAO) en Roma. El incremento es consecuencia de la crisis económica mundial, que provoca una disminución de los ingresos y un incremento del paro. De este modo, se ha reducido el acceso de los pobres a los alimentos, señala la FAO.

"La mezcla explosiva de desaceleración económica y precios de los alimentos que siguen altos en muchos países ha empujado a unos 100 millones de personas más al hambre y a la pobreza", ha dicho el director general de la FAO, Jacques Diouf. "La crisis silenciosa del hambre -que afecta a uno de cada seis seres humanos- supone un serio riesgo para la paz y la seguridad mundiales", alerta Diouf.

Los países pobres, ha subrayado, "necesitan herramientas de desarrollo, económicas y políticas para impulsar su producción agrícola. Es necesario incrementar la inversión en agricultura, porque en la mayoría de países pobres un sector agrícola saludable es clave para vencer al hambre y la pobreza". Muchos de los que sufren miseria y hambre son pequeños campesinos de países en desarrollo. Pero esos grupos tienen potencial no sólo para cubrir sus necesidades, sino para colaborar en el crecimiento económico.

El presidente del Fondo Internacional de Desarrollo Agrícola (FIDA), Kanayo F. Nwanze, ha reclamado a la comunidad internacional que "proteja las inversiones clave en agricultura, de forma que los pequeños campesinos tengan acceso no sólo a semillas y fertilizantes, sino también a tecnología, infraestructuras, financiación rural y mercados". "En la mayoría de los países en desarrollo, invertir en los pequeños agricultores supone crear la red de seguridad más sostenible, en especial en tiempos de crisis", ha manifestado Nwanze. (...)


El articulo:

http://lacomunidad.elpais.com/medicus-mundi-cc-alicante/2009/6/20/ya-hay-1-020-millones-hambrientos-el-mundo


Articoli in Italiano:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200906articoli/44765girata.asp

http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=23872


FAO website:

http://www.fao.org/news/story/en/item/20568/icode/


FAO data:

http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/newsroom/docs/Press%20release%20june-en.pdf

 

 




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FAO: La situazione delle foreste nel mondo

FAO: La situazione delle foreste nel mondo


 

 

La Fao ha presentato il secondo rapporto su “La situazione delle foreste nel mondo 2009”, e in questa occasione ha sottolineato la necessità di riformare le istituzioni forestali e aumentare gli investimenti in scienza e tecnologia come chiavi per un migliore sfruttamento delle foreste, da tutti i punti di vista. Le contemporanee minacce della crisi economica e del cambiamento climatico stanno portando il tema della gestione delle foreste tra le priorità dell´agenda globale e si prevede una situazione molto diversificata - sottolinea il rapporto - con guadagni nelle aree boschive in alcune regioni e perdite in altre. La domanda globale di prodotti forestali è stimata in aumento nelle prossime decadi, secondo il rapporto, anche per le politiche energetiche e per il cambiamento climatico che stanno facendo aumentare il consumo di legna come fonte di energia.
Per governare questo processo le carenze istituzionali rimangono il problema principale, ma anche il più difficile da risolvere e i paesi in via di sviluppo, in particolare, che si trovano a far fronte a forti pressioni sulle loro foreste, per queste carenze sono particolarmente a rischio. (...)


L'articolo:

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20134


Il Rapporto FAO:

http://www.fao.org/docrep/011/i0350e/i0350e00.htm


Un Rapporto... molto intuitivo:

http://www.grida.no/_res/site/file/publications/vital_forest_graphics.pdf

 

 



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Roma: Convegno su “L’Agricoltura sociale: fattore d’innovazione”

Roma: Convegno su “L’Agricoltura sociale: fattore d’innovazione”


 

 

L’agricoltura sociale non è sinonimo di marginalità ma, piuttosto, di versatilità. È stato questo il concetto espresso in occasione del Convegno, organizzato dalla Fondazione Cloe in collaborazione con la Provincia di Roma. (…)

L’appuntamento di Palazzo Valentini, che ha riunito Istituzioni e tutti i soggetti interessati e impegnati in questo ambito, è stata l’occasione per analizzare ed evidenziare tutte le attività e le esperienze che fanno dell’agricoltura sociale uno strumento non solo educativo ma anche formativo, di recupero e di integrazione. L’agricoltura sociale, infatti, mette in risalto la capacità del mondo rurale di generare benefici a favore di gruppi vulnerabili della popolazione e di soggetti a rischio di esclusione. Negli anni questa pratica ha conosciuto un significativo incremento soprattutto nel mondo dell’associazionismo e delle scuole tanto da imporsi come una importante realtà nel sistema welfare nazionale. (…)


L'articolo:

http://www.unonotizie.it/5910-agricoltura-sociale-una-realta-capace-di-produrre-benefici-a-gruppi-vulnerabili-della-popolazione-e-a-soggetti-a-rischio-esclusione.php


Il programma del Convegno:

http://www.fattoriesociali.com/Cloe160609.pdf


Il sito delle Fattorie Sociali:

http://www.fattoriesociali.com/


Approfondimenti:

http://www.agrietica.it/

http://www.aiab.it/index.php?Itemid=29&id=5&layout=blog&option=com_content&view=category

http://www.avanzi.unipi.it/ricerca/convegni/corso_progett_in_agric_sociale/progettazione_in_agricoltura_sociale.htm

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/193

http://sociale.arsia.toscana.it/UserFiles/File/Agricoltura%20sociale/MicrosoftWord-manifestoAS%5B1%5D.doc.pdf

http://www.arsialweb.it/cms/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=121&&Itemid=137

 

 

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Giornata mondiale per la lotta contro la desertificazione

Giornata mondiale per la lotta contro la desertificazione

 


(…) I profughi in fuga dalla sete sono già un esercito composto da 24 milioni di persone: nel 2050 diventeranno 200 milioni. E’ l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta contro la desertificazione (17 giugno). Una preoccupazione che nasce dall’analisi di quello che è accaduto nell’ultimo mezzo secolo, soprattutto per colpa di un’agricoltura estremamente aggressiva e ad alto impatto ambientale, e di quello che potrà accadere nel prossimo futuro a causa dell’intensificarsi del caos climatico.
I dati di partenza sono agghiaccianti. Quasi un terzo dei terreni agricoli è stato abbandonato perché è diventato improduttivo negli ultimi 40 anni. Quasi tre quarti dei terreni rimasti fertili mostra segnali di inaridimento. (...)

L'articolo:

http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/2009/06/16/


Altri articoli:

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20133

http://www.ilsannioquotidiano.it/article.php?sid=48607&mode=thread&order=0

http://agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/percorsi_culturali/arti/pittura/giornata_mondiale_della_lotta_alla_desertificazione

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=1051&ID_sezione=76&sezione=Ambiente

http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/09/06/17/desertificazione_giornata_mondiale_555.html

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/multimedia/2009/06/17/AMP84DgC-desertificazione_rischio_italia.shtml

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20090617171534899000.html

 

Gli eventi in programma in tutto il mondo:

http://www.unccd.int/publicinfo/june17/2009/menu.php?newch=l4#Europe


Il sito della Convenzione della Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione (UNCCD):

http://www.unccd.int


Gli Interventi per il “Land Day” dell'UNCCD:

http://www.unccd.int/publicinfo/landday/menu.php

http://www.iisd.ca/climate/sb30/enbots/06.html

 

 

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Change of wind or wind of change? Climate change, adaptation and pastoralism

Change of wind or wind of change? Climate change, adaptation and pastoralism


Climate change will be felt differently depending on where you are and what you do, and opinions over what the future holds for the world’s pastoralists are polarised. Some experts believe that pastoralists will be the first to feel the effects of climate change, whilst others consider that, since pastoralism is an adaptation to climate change, pastoralists will be amongst the best equipped to deal with such a threat. Such polarised opinions present challenges for policy makers and planners in the drylands, and the intention of this e-conference was to bring the divergent opinions out into the open and see what sort of consensus could be found.(...)

Pastoral adaptation faces a myriad of challenges, of which climatic change is but one. Indeed, the challenge of climate change seems insignificant to many pastoralists who are faced with extreme political, social and economic marginalisation: relax these constraints and pastoral adaptive strategies might enable pastoralists to manage climate change better than many other rural inhabitants. The vulnerability that is associated with climate change in some pastoral environments has its roots in the restriction of tried and tested pastoral coping strategies, including the ability to move through different territories, to access critical livelihood resources, to trade across borders, to benefit from appropriate investments, and to participate in relevant policy decision-making. As is so often the case in developing regions, the main concern for pastoralists is the accessibility, rather than the availability or variability, of resources.(...)

In marginal environments characterised by resource variability mobile pastoralism can be the best way to mitigate against risk and it may be part of the solution to climate change, just as enhancing mobile pastoralism is part of the solution to overcoming poverty and reducing drylands degradation. In a dynamic climatic environment, the flexibility, mobility and low-intensity use of natural resources afforded by pastoralism may increasingly provide a sustainable means of providing security where other more sedentary models fail. Enhancing pastoralists’ entitlement to a wider range of resources, agro-ecological as well as socioeconomic, and enabling them to use such resources as needed, is vital to reducing their vulnerability and to supporting their capacity to tackle the sustainable development challenge in marginal areas. In the debate over whether there is a difference between development and adaptation, it is worth recognising that the capacity to adapt is something intrinsically pastoral, and its loss has been associated with ‘development’. Sustainable pastoral development must be founded on the understanding that adaptive capacity is what makes pastoralism work: restoring and enhancing adaptive capacities must therefore be central to development plans. The adaptive capacity of pastoralists needs to be seen not as something different to, but as a primary indicator of, pastoral development.


The Report:

http://cmsdata.iucn.org/downloads/c__documents_and_settings_hps_local_settings_application_data_mozilla_firefox_profile.pdf

 

 


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Africa: cambiamenti climatici e impatti sull'agricoltura e l'allevamento

Africa: cambiamenti climatici e impatti sull'agricoltura e l'allevamento


L’allevamento di cammelli potrebbe essere una scelta obbligata per 20 - 35 millioni di persone che vivono nelle zone semiaride dell’Africa che, a causa del cambiamento climatico, fra non molto non potranno più coltivare le loro terre. A dirlo è Philip Thornton, il co-autore di un rapporto sugli effetti del global warming in Africa e che lavora come ricercatore all’International livestock research institute (Ilri)di Nairobi, in Kenya.
Secondo Thornton «Entro il 2050, il rialzo delle temperature e la rarefazione delle precipitazioni in una zona che copre da 500.000 a un milione di chilometri quadrati di terre a basso rendimento (circa la superficie dell’Egitto) renderà l’agricoltura quasi impossibile”.
Lo studio “Croppers to livestock keepers: livelihood transitions to 2050 in Africa due to climate change” è stato pubblicato su un numero speciale di Environmental Science and Policy e presentato ai “Climate change talks” che si concludono il 12 giugno a Bonn e suggerisce di ripensare e pianificare da subito i sistemi agricoli che saranno necessari entro pochi decenni, per esempio incrementando l’allevamento di specie più resistenti come capre, asini, cammelli ed alcune specie di bovini, per permettere agli agricoltori di disporre di una fonte di sussistenza alternativa. (...)

L'articolo:

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20014


Il Rapporto dell'Ilri:

http://pressroomilri.files.wordpress.com/2009/06/croppers-to-livestock-keepers-paper_final.pdf

 

 


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