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Agricoltura

Africa: cambiamenti climatici e impatti sull'agricoltura e l'allevamento

Africa: cambiamenti climatici e impatti sull'agricoltura e l'allevamento


L’allevamento di cammelli potrebbe essere una scelta obbligata per 20 - 35 millioni di persone che vivono nelle zone semiaride dell’Africa che, a causa del cambiamento climatico, fra non molto non potranno più coltivare le loro terre. A dirlo è Philip Thornton, il co-autore di un rapporto sugli effetti del global warming in Africa e che lavora come ricercatore all’International livestock research institute (Ilri)di Nairobi, in Kenya.
Secondo Thornton «Entro il 2050, il rialzo delle temperature e la rarefazione delle precipitazioni in una zona che copre da 500.000 a un milione di chilometri quadrati di terre a basso rendimento (circa la superficie dell’Egitto) renderà l’agricoltura quasi impossibile”.
Lo studio “Croppers to livestock keepers: livelihood transitions to 2050 in Africa due to climate change” è stato pubblicato su un numero speciale di Environmental Science and Policy e presentato ai “Climate change talks” che si concludono il 12 giugno a Bonn e suggerisce di ripensare e pianificare da subito i sistemi agricoli che saranno necessari entro pochi decenni, per esempio incrementando l’allevamento di specie più resistenti come capre, asini, cammelli ed alcune specie di bovini, per permettere agli agricoltori di disporre di una fonte di sussistenza alternativa. (...)

L'articolo:

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20014


Il Rapporto dell'Ilri:

http://pressroomilri.files.wordpress.com/2009/06/croppers-to-livestock-keepers-paper_final.pdf

 

 


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"Festival del paesaggio agrario"

"Festival del paesaggio agrario"


Dal 19 al 21 giugno 2009 avrà luogo, a Vinchio d'Asti (At), il "Festival del paesaggio agrario", ideato e diretto da Laurana Lajolo, presidente dell'Associazione Davide Lajolo. Il Festival intende mostrare che, nonostante la modernizzazione della produzione è possibile un legame sostenibile tra uomo e natura.

Per riuscire a raggiungere un equilibrio tra agricoltura e ambiente, secondo gli organizzatori del festival, è necessaria un'urgente riflessione con gli amministratori su temi come la salvaguardia e la riqualificazione del paesaggio rurale grazie a una agricoltura di qualità, alla tutela dell'identità del paesaggio rurale.

L’Associazione culturale Davide Lajolo, voluta dalla famiglia dello scrittore e dal Comune di Vinchio (che in parte si trova nell’area protetta della Riserva naturale della Valsarmassa), si occupa da più di dieci anni di promozione culturale e di valorizzazione paesaggistica del territorio.

Il Festival prevede conferenze, mostre, spettacoli, passeggiate e degustazioni dei prodotti tipici della zona. Alle conferenze interverranno esperti, amministratori e operatori in campo agricolo, naturalistico, paesaggistico, urbanistico e architettonico.
Gli incontri si concluderanno con la
presentazione di manifesti programmatici come contributi alla progettazione di linee di intervento e di operatività sul territorio.


Per informazioni:

http://www.davidelajolo.it/


Il programma:

http://www.davidelajolo.it/festivapaesaggio/Depliant.pdf

 

 



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Foreste: a salvarle saranno gli indigeni

Foreste: a salvarle saranno gli indigeni

 


Saranno proprio loro a salvarci. Eppure i loro diritti sono calpestati senza riguardo. E' questa la conclusione del rapporto congiunto dell'organizzazione internazionale sui legni tropicali (International Tropical Timber Organization - ITTO) e del Rights and Resources Initiative (RRI). Lo studio, reso pubblico in occasione della conferenza internazionale “Forest Governance, Tenure and Enterprise” (25-31 maggio 2009, Yaoundé, Camerun) analizza il trasferimento della proprietà della terra in 39 paesi (che ospitano il 96 per cento delle foreste tropicali). Dove le comunità indigene sono legalmente titolari delle proprie foreste tradizionali, è molto più probabile che queste vengano preservate. La foresta infatti è essenziale per sostentamento a oltre 800 milioni di persone. (...)

L'articolo:

http://www.unonotizie.it/5677-ambiente-pianeta-terra-a-salvarla-saranno-gli-indigeni.php


Approfondimenti:

http://www.rightsandresources.org/events.php?id=74#close_window

http://www.itto.int/en/workshop_detail/id=44270000


Il Rapporto:

http://rightsandresources.files.wordpress.com/2009/05/rri_itto-tropical-tenure-assessment_final_4.pdf

 

 


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Biodiversità: Kokopelli salva i semi antichi, ma in Francia la condannano

Biodiversità: Kokopelli salva i semi antichi, ma in Francia la condannano


L´associazione Kokopelli è nata in Francia nel 1999 per proteggere la biodiversità dei semi di ortive e floreali con la produzione e distribuzione di sementi da agricoltura biologica e ha migliaia di soci, progetti di sviluppo in nazioni povere ed edita un manuale per la salvaguardia delle sementi.
Ma mentre si parla di perdita della biodiversità, brevetti sui vegetali e del genoma, aumentano ispezioni e azioni legali contro Kokopelli, perchè la maggior parte delle sementi di piante ortive che conserva e diffonde non sono iscritte nei cataloghi ufficiali. E l’offensiva contro le sementi libere e aperte ha avuto il suo culmine proprio dove Kokopelli è nata: in Francia.
L’associazione è stata trascinata al Tribunal de grande instance di Nancy dalla società Graines Baumaux, una grande azienda transalpina di vendita e gestione di sementi che l’ha accusata di diffondere senza autorizzazione legale «le vecchie varietà coltivate e di renderle nuovamente accessibili agli ortolani per organizzare una produzione ed una distribuzione di sementi commercializzate su catalogo e su internet con numerosissimi semi». (...)

L'articolo:

http://www.criticamente.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=4251


L'associazione Kokopelli:

http://www.kokopelli.it/sito/modules/welcome/

http://fr.wikipedia.org/wiki/Kokopelli_(association)


Il video:

http://dailymotion.virgilio.it/video/xf02i_lassociation-kokopelli_creation



Le Groupement national interprofessionnel des semences et plants:

http://fr.wikipedia.org/wiki/Groupement_national_interprofessionnel_des_semences_et_plants

 

 


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Slow Food e il suo manifesto politico per una nuova agricoltura in Europa

Slow Food e il suo manifesto politico per una nuova agricoltura in Europa

 


Il manifesto è un appello a favore delle produzioni di qualità e basata sulla difesa delle tipicità regionali, sulla sostenibilità ambientale e sul perseguimento dell'equità dei rapporti e della distribuzione dei redditi. Tutti temi di grande rilevanza programmatica a livello europeo.
Il documento, che è stato inviato ai maggiori partiti con l'invito a diffonderlo, è a disposizione di tutti i candidati sul sito internet di Slowfood. Coloro i quali lo condivideranno potranno dare la propria adesione inviando una e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con i contatti completi del firmatario. Qualche giorno prima delle elezioni sarà pubblicato l'elenco di chi ha sottoscritto il documento. (...)

L'articolo:

http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,24_ART_1646_cmsGDOWEEK,00.html?lw=24;7


Il Manifesto di Slow Food per una nuova agricoltura europea:

http://content.slowfood.it/upload/3E6E345B0ce49189C7hIu10B2B13/files/Slow%20Food-Agricoltura%20EU.pdf

 

 



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Farmland Grabbing: L'Africa si svende la terra

Farmland Grabbing: L'Africa si svende la terra

 


Il fenomeno ha ormai un nomignolo: «farmland grabbing», accaparramento di terre coltivabili. E' una tendenza emersa nel corso dell'ultimo anno, via via che paesi danarosi - come la Corea del Sud o l'Arabia Saudita - hanno cominciato a investire comprando grandi espensioni di terre agricole all'estero, per avviare coltivazioni intensive e assicurarsi forniture continue di derrate alimentari. Pare che sia stata la grande fiammata dei prezzi alimentari tra il 2007 e il 2008 a spingere paesi ricchi - ma con limitate possibilità di produrre cibo - a correre ai ripari. Una questione di «sicurezza alimentare». In quelche caso questa tendenza ha fatto notizia, come quando il gruppo sudcoreano Daewoo Logistics ha cercato di acquisire una grande estensione di terreno in Madagascar - ma la cosa ha provocato reazioni e proteste nel paese dell'oceano Indiano, che hanno contribuito ai recenti rivolgimenti politici.
Dunque: paesi ricchi ma con poca terra coltivabile vanno a comprare terre altrove. Il fatto è che «comprare» è una parola inesatta, almeno a quanto afferma un rapporto compilato da due agenzie delle Nazioni unite, il Fondo per l'Agricoltura e l'alimentazione (Fao) e il Fondo internazionale per l'agricoltura e lo sviluppo (Ifad), entrambe con sede a Roma. Nel rapporto «Land grab or development opportunity?» si sottolinea che diversi paesi africano stanno dando via grandi estensioni di terra coltivabile quasi gratis, in cambio di pressoché nulla salvo aleatorie promesse di investimenti e posti di lavoro. (...)

L'articolo:

http://www.ilmanifesto.it/archivi/terra-terra/nocache/1/pezzo/4a1c05a96062c/


Il documento FAO-IFAD:

http://www.fao.org/news/story/en/item/19974/icode/


The Report:

http://www.ifad.org/pub/land/land_grab.pdf


Landgrab Resource Page:

http://www.grain.org/landgrab/

 

 


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