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In una lettera, indirizzata alla sorella, Friedrich Nietzsche scrive: «Mi faccio coraggio quanto posso, ma una melanconia senza pari si impossessa ogni giorno di me, specialmente la sera ... A che serve? ... La vita è un esperimento, ma si ha un bel dire e un bel fare, lo si paga sempre a troppo caro prezzo». Emozioni, disposizioni, pensieri, tra loro conflittuali, che si pagano, conducono a pronunciare frasi quali «Mi sono perso/a e, davvero, non so bene cosa provo». Quali saranno le emozioni, le disposizioni, i pensieri "buoni" e quelli "cattivi"? Ci ritroviamo immersi in processi mentali confusi. Accade quando i drammi ci pongono di fronte a situazioni difficili, tali da costringerci a mutare il corso della nostra esistenza, o, comunque, parte della nostra personalità. Ci viene consigliato, forse ordinato, "Fatti coraggio!", oppure, peggio ancora, "Sii fedele al coraggio delle tue convinzioni!". Ma, credo, che, in questi casi, Nietzsche abbia ragione nell'affermare: «Più che avere il coraggio delle proprie convinzioni, bisognerebbe avere il coraggio di attaccare le proprie convinzioni». La confusione conduce a mutamenti, a svolte, a progressi. Ostinarsi a volere decidere tra ciò che è bene e ciò che è male, al fine di uscire dal proprio "disordine", può non risultare positivo, supposto che risulti possibile. In ogni caso, sempre che si riesca a decidere, cosa decidere? (...)

L'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-02-24/atti-pensiero-narrativo-082148.shtml?uuid=Ab96njXH

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Sheena Iyengar - L'arte di scegliere:

http://www.ted.com/talks/lang/it/sheena_iyengar_on_the_art_of_choosing.html

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Da leggere - "L'arte di decidere":

http://www.datanews.it/books/periscopio/76-il-linguaggio-del-denaro-9788879813495.html