Get Adobe Flash player
Home Ambiente Cantiere Italia. Quando lo sviluppo è una corsa a ostacoli

Cantiere Italia. Quando lo sviluppo è una corsa a ostacoli

AMBIENTE

Nimby Forum ha presentato i dati del proprio Osservatorio Media sulle contestazioni territoriali ambientali che con i 283 impianti censiti descrivono un Paese bloccato, in cui il percorso di sviluppo deve affrontare una serie di ostacoli che vanno dalle opposizioni dei cittadini, alle lungaggini burocratiche, allo scollamento della politica insieme a un farraginoso sistema giuridico. Hanno discusso del fenomeno esponenti dell’amministrazione pubblica nazionale e locale, associazioni ambientaliste, esponenti del mondo dell’industria. Ne è emersa la necessità di far evolvere i nostri processi democratici, e di guardare al futuro con un’ottica che vada finalmente oltre l’immediato, selezionando e portando a compimento i progetti realmente necessari al Paese.
Ritorno al nucleare, sicurezza, competenze decisionali, gestione dell’emergenza sono temi all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana e del dibattito nel Paese. Di questi argomenti si occupa Nimby Forum che dal 2004 analizza il fenomeno delle contestazioni territoriali alle grandi opere, noto sotto il termine Nimby (Not in my back yard – non nel mio giardino) e che gestisce oggi l’unico database completo delle opere di pubblica utilità che subiscono opposizioni in Italia.
Il fenomeno, in continua crescita, come testimoniato dai 283 casi di impianti contestati rilevati nel 2009, ha nel corso degli anni mutato e ampliato le sue caratteristiche: dalle opposizioni dei cittadini preoccupati per il proprio territorio e la propria salute, il fenomeno si è allargato fino a diventare un terreno di scontro tra diversi schieramenti politici e persino tra istituzioni centrali e locali.
Una situazione che deriva anche dalla prerogativa del nostro Paese, una “Repubblica in campagna elettorale permanente”, dove i temi legati allo sviluppo infrastrutturale ed energetico sono tra i più utilizzati per spostare l’opinione pubblica e, di conseguenza, le posizioni dell’elettorato. Le attuali problematiche sulla gestione delle emergenze non fanno altro che confermare il fallimento di una politica di programmazione troppo miope.
Il fenomeno Nimby si va trasformando oggi da Not in my back yard a Not in My Term Of Office (non durante il mio mandato elettorale), in un quadro nel quale tendono a prevalere gli interessi locali, particolari, quando non esplicitamente individuali. Interessi che durano spesso il tempo di una competizione elettorale. Un percorso di sviluppo, quello italiano, che incontra sul suo cammino diversi ostacoli tra cui la peculiarità giuridica e amministrativa del nostro sistema che, tra lungaggini burocratiche, ricorsi alla giustizia amministrativa, opposizione di politici di diversi schieramenti, porta alla paralisi del Paese, con un aumento costante dei costi di investimento su progetti che spesso vengono abbandonati o trasferiti all’estero. Un sistema in cui il ricorso alla gestione “in emergenza” della realizzazione di grandi opere o addirittura di “eventi” che sono tutto fuorché emergenze impreviste deresponsabilizza ulteriormente le competenze politiche e amministrative.
Il fenomeno riguarda indiscriminatamente tutti i settori e ogni tipo di impianto o infrastruttura: termovalorizzatori, discariche, impianti per la produzione di energia, rigassificatori, infrastrutture viarie o ferroviarie; e oggi la contestazione colpisce anche gli impianti energetici a fonti rinnovabili. Nel corso della quinta edizione dell’Osservatorio Nimby Forum sono aumentati i casi di opposizione alle centrali a biomasse e agli impianti eolici e, per la prima volta dall’inizio della ricerca, si sono rilevate opposizioni a parchi fotovoltaici, segno che gli impianti a fonte rinnovabile risulta essere oggetto di un consenso di forma più che di sostanza, ove l’approvazione viene meno nel momento in cui vengono installati sul proprio territorio.
“Il ‘cantiere Italia’ sembra non trovare la strada per uscire da questa impasse. In assenza di una visione generale condivisa del futuro, qualsivoglia discorso legato alla realizzazione di un’infrastruttura esce da un ragionamento di merito ed entra nel quadro del dibattito ideologico, trasformando quelle contestazioni fisiologiche e sane (perché esprimono la naturale affezione e interesse dei cittadini al territorio in cui risiedono e il desiderio di partecipazione democratica), in oggetto di strumentalizzazione ai fini della creazione di un consenso politico di breve respiro.  ha affermato Alessandro Beulcke, Presidente di Aris - Per cambiare occorre avere una visione chiara di cosa serve davvero al nostro Paese e riscoprire il senso di bene collettivo. Occorre intraprendere un percorso di condivisione con i cittadini e coinvolgere le comunità attraverso reali processi partecipativi, integrati formalmente in un quadro normativo complesso che regoli l’intera procedura, dalla presentazione di un progetto alla sua realizzazione.”
Il Convegno nazionale Nimby Forum, tenutosi a Roma, ha visto l’intervento di alcuni esperti e un’analisi di scenario che ha introdotto il dibattito tra gli ospiti. Giulio Napolitano, docente universitario di Diritto pubblico, ha sottolineato come il dibattito sul nucleare imponga di elevare il livello dei processi decisionali democratici. Marco Ponti, accademico di Economia dei trasporti, ha evidenziato in particolare come gli aspetti economici legati allo sviluppo infrastrutturale del Paese non possano prescindere da un’analisi equilibrata delle risorse e degli interventi da compiere. Marianella Sclavi, sociologa, ha evidenziato la necessità di regolamenti attuativi e l’esigenza di un “upgrading” dei processi democratici.
Il dibattito, moderato dal direttore de Il Riformista Antonio Polito, ha visto la partecipazione di Mauro Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, che oltre ad invocare inchieste e approfondimenti sull’aumento immotivato dei costi dei progetti infrastrutturali, ha stigmatizzato come tutte le contestazioni nascano di fatto dalle amministrazioni locali, ricordando come negli altri Paesi parlare di futuro voglia dire guardare al 2030/2040, mentre da noi a fatica si guarda alla fine del proprio mandato. Andrea Fluttero, Segretario Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali Senato della Repubblica, ha portato la sua esperienza anche di amministratore locale (è stato sindaco di Chivasso), parlando della necessità di stabilire dei livelli decisionali precisi: un Comune non può mettersi a ridiscutere i progetti di infrastrutturazione decisi a livello nazionale o addirittura sovranazionale.
Sono seguiti interventi di Franco Bassanini, Presidente Cassa Depositi e Prestiti, Luciano Violante, Presidente Italiadecide, Massimo Averardi Direttore Centrale Progettazione Anas, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di  Legambiente. Tutti concordi nell’affermare la necessità di regolamentare i processi decisionali e gli strumenti di democrazia partecipativa, per tornare a dare fiducia nelle istituzioni e a consentire al Paese di guardare davvero al futuro al di là delle emergenze reali o presunte, andando oltre il cortile delle campagne elettorali e degli interessi particolari e consentendo anche agli investitori privati di agire in condizioni di maggiore garanzia.

Il sito del Nimby Forum:
http://www.arisweb.org/index.htm

Un salto... nel passato:

https://www.fabiomanzione.it/index.php?option=com_content&view=article&id=521:grandi-opere-si-ma-non-qui&catid=33:ambiente&Itemid=58

 
Ultimi Eventi
No events
Eventi Calendario
July 2024
S M T W T F S
30 1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31 1 2 3
Ulti Clocks content
Ambiente Agricoltura Salute Ultime Notizie Diritti Umani Nutrizione Notizie flash
3D Live Statistics
Sondaggi
Cosa pensi di questo Sito?
 
Previsioni meteo
Click per aprire http://www.ilmeteo.it